Legge insieme a noi... Paola Zannoner (con la sua "settima strega")






I libri rendono belli e luminosi! 

Paola Zannoner, scrittrice, esperta di narrativa e consulente bibliotecaria, ne è la prova! 

Sono certa che la maggior parte di voi la conoscono attraverso i suoi tantissimi libri, ma se volete saperne di più potete consultare il suo blog

Io personalmente ho un debole per lei, non solo perché nei suoi libri mette "la  dimensione avventurosa dell’infanzia che caratterizza tutti noi", come lei stessa dichiara in questa intervista a Libreriamo
Ma anche perché è capace di passare da un genere all'altro e affrontare diversi  temi con disinvoltura.
Il libro che ho amato di più è : "Voglio fare la scrittrice" edito dalla 
De Agostini.



Ma senz'altro, non appena leggerò l'ultimo uscito, me ne innamorerò:

Zorro nella neve, edito da Il Castoro.


Ma ora v'invito a leggere cosa racconta, in esclusiva a tutti noi, sul suo romanzo
"La settima strega" pubblicato da De Agostini



"In occasione del mese delle streghe, con piacere vi rivelo qualche retroscena del romanzo "La settima strega" pubblicata a giugno da De Agostini.

E' la storia di una ragazza di quindici anni, Meg, che scopre di essere una strega, la settima personificazione di un'identità magica apparsa in vari secoli dal 1333 fino ad oggi. Si attraversano così sei periodi storici in sei diversi paesi dell'occidente, dove storicamente è avvenuta la "caccia alle streghe" durante l'Alto Medioevo fino alle soglie del Settecento. Però nel romanzo una strega appare anche nella seconda guerra mondiale, quando riemersero certe superstizioni e una ricerca spasmodica verso arcaiche magie.

E' chiaro che questo percorso nei secoli rappresenta il lungo cammino verso l'autoaffermazione e la presa di coscienza delle donne, ma io ho utilizzato la chiave avventurosa e fantastica per raccontarla, e una figura tradizionale della fiabistica italiana.

Un po' la mia è stata anche una reazione alle tante, troppe "fatine" apparse nei libri e in generali nei prodotti per bambini e ragazzi, e la tendenza a seguire un po' supinamente la moda fantasy anglosassone con il suo apparato di personaggi e ambientazioni tipicamente nordiche (elfi, nani, troll, gnomi eccetera).

Non posso considerare questo libro un "fantasy", benché ci siano elementi fantastici (qualche battaglia con metamorfosi, la figura del Manto Nero che perseguita la giovane strega...), invece lo ritengo un romanzo d'avventura storica, perché permette di rievocare l'arte, la cultura, l'atmosfera di alcuni periodi precisi del passato, come la Firenze rinascimentale, la Londra elisabettiana, la Madrid dell'Infanta Margarita e del pittore di corte Velazquez, la Parigi della rivoluzione delle prime femministe settecentesche o la Praga dell'occupazione nazista.

Il romanzo è nato da un'intuizione, più che da una ricerca o un viaggio. Avevo scritto romanzi con un forte impatto realistico e temi importanti e volevo cambiare registro. Ho detto: voglio scrivere un'avventura... sulle streghe, anzi, sulla settima strega. Perché sette? E' un numero magico, è il numero che appare in molte storie che ricordiamo (I Sette samurai, i Magnifici Sette, il Settimo sigillo...), un numero che indica anche la complessa sfaccettatura della nostra personalità. Dunque: sette streghe, una per ogni secolo, e la prima traccia che ho scritto è anche lo "strlllo" che appare sul libro: La prima strega fu bruciata viva nel 1333, la seconda fu avvelenata nel 1498, la terza naufragò nel 1580, la quarta scomparve nel 1666, la quinta fu ghigliottinata nel 1794, la sesta fu deportata nel 1942. La settima strega, la più potente, ha un solo destino: salvarle."

Il romanzo mi ha impegnato molto nella documentazione storica, perché avere un'intuizione è bellissimo, ma poi c'è il lavoro d'archivio e di studio, in questo caso abbastanza consistente, perché non si può certo fare affidamento alle nozioni scolastiche, lontane e approssimative. In un paio di casi è stato anche fondamentale aver "visitato" certi luoghi come Praga o Parigi. Senza quel sopralluogo a Praga non avrei avuto certo l'idea di far scattare la porta del tempo grazie alla meridiana che si muove sulla collina sopra la città. Come del resto, mi è servito visitare il Museo di Cluny di Parigi dove sono conservati gli arazzi con l'unicorno.

Il lavoro di documentazione mi ha permesso di approfondire le figure delle rivoluzionarie Olympe de Gouges e Claire Lacombe, le prime femministe che proposero una Dichiarazione Universale dei Diritti delle Donne. Poi, nel romanzo sono convogliati molti miei studi e interessi, soprattutto artistici: ho scelto Parma e le formelle del Battistero scolpite da Benedetto Antelami non per caso, ma per una passione che coltivo fin da ragazza per la storia dell'arte.

Non c'è dubbio che un romanzo di questo genere sia d'"intrattenimento" per l'avventura, la magia, la lotta tra bene e male, la competizione e infine il completamento tra maschile e femminile. Intrattenere è una funzione della letteratura, ma a me piace pensare che si possa farlo anche lasciando curiosità, voglia di approfondire e fascino per la storia."
Ringraziando Paola per il prezioso contributo, vi auguro una buona lettura.
Alessandra

Nessun commento:

Posta un commento