Legge insieme a noi... Arianna Papini

Questa settimana il nostro gioco Indovina l'illustratore nasconde una sorpresa magnifica! Abbiamo avuto infatti il piacere e l'onore di chiacchierare e conoscere meglio il nostro illustratore misterioso. 

Arianna Papini è un'illustratrice, autrice, professoressa e arte-terapeuta. E' stata editrice, ha all'attivo numerosissimi premi e menzioni speciali, una lista di albi e storie da riempire una piccola biblioteca. 
Tra i suoi libri più apprezzati La Fiaba del Vajont, Odore di bombe Profumo di pioggia, L'albero e la bambina.


Il suo ultimo lavoro, "Cari estinti", dedicato al marito biologo, è un'ode continua agli animali che non ci sono più, gli estinti per leggi naturali o per cause umane. Come in questo bellissimo albo illustrato, Arianna ha saputo già in altre occasioni affrontare temi delicati e di enorme spessore con naturalezza e dolcezza.

Arianna è una vera e propria intellettuale del suo campo, con enormi competenze ed esperienze. Eppure con la sua bellezza e dolcezza, ci ha raccontato il suo mondo senza risparmiarsi.

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Ciao Arianna,

intanto davvero GRAZIE, per me è un onore poterti intervistare!
Tema di questo mese è per noi quello delle Emozioni.Tu sei capace di parlare di tutte le Emozioni, anche quelle che di solito sono un tabù nei discorsi tra adulti e bambini.

Illustratrice e pittrice, sei famosa al pubblico dei lettori soprattutto per le tue tavole e i tuoi albi illustrati. Sei spesso l'autrice dei tuoi libri, ma anche da illustratrice scegli storie fuori dal comune: il Vajont, la guerra, tocchi con dolcezza il tema della morte, della solitudine e della malattia.

Sei anche mamma di due bambini che si affacciano alla vita adulta.
Come riesci a parlare a bambini e ragazzi di temi tanto delicati? Quali porte utilizzi?

Le porte dell'infanzia. Chi fa arte resta bambino, lo sanno tutti. Io credo nella saggezza dell'infanzia e per la mia esperienza in ospedale so che i bambini vogliono la verità, che spesso gli adulti non riescono a dare loro. Ecco, è semplice. Mi sento alla pari dei miei lettori e sempre in viaggio, i temi sono quelli che non si possono affrontare in solitudine e il libro è condivisione. Quando si riesce ad avere al proprio fianco qualcuno, ogni cosa è più lieve. Così il libro è un compagno di viaggio che ci rende possibile la traduzione dei nostri vissuti in parole e immagini, proprio come succede con l'arteterapia. Questo semplifica, anche se non risolve. Già poter parlare delle cose è importante e allevia, rende meno terrifico ciò che generalmente è inaccettabile.

Leggi ai tuoi bambini, oppure leggevi loro quando erano più piccoli?
Che importanza hanno i libri nella loro vita? 
Assecondi le loro richieste o li indirizzi?

Non c'era sera senza un libro. Ho letto loro fin dalla pancia e leggo alle pance, ho avuto la dimostrazione che questo è un ponte di comunicazione utile per sempre, anche quando i figli si affacciano all'età adulta. Io lavoro tanto ma ho fatto scelte radicali per poter stare con i miei figli e poterli accompagnare verso la conoscenza dei tanti mondi che ci circondano, condividere lo spazio lento e incantato di un libro la sera, nella stanchezza, abbracciati è un'esperienza indelebile nella memoria innanzi tutto per me. L'infanzia dei figli dura pochissimo, è nostro dovere verso noi stessi passare con loro tutto il tempo a nostra disposizione, che è sempre troppo poco. Ma quel tempo, qualsiasi sia la durata, deve essere denso, pieno di cose da ricordare. Ho letto loro per molti anni, poi hanno iniziato a leggere per conto loro, uno dei due adesso non legge, ha una crisi di crescita credo necessaria, anche rispetto a questa mamma un po' ingombrante. Ma ho scoperto che sua sorella che è una grandissima lettrice, la sera, gli legge ad alta voce. Sono ponti necessari. 

A casa nostra, come puoi immaginare, ci sono libri ovunque e i libri sono fondamentali. I miei figli li portavo però molto in libreria e in biblioteca, in libreria a volte mi hanno chiesto di acquistare un libro che non avrei mai comprato e io mai ho detto loro di no. Chi sono io per dire che un libro non va bene? Però ho sempre comprato anche altri libri che ho scelto io, libri profondi, bellissimi da un punto di vista artistico e letterario. Poi, una volta a casa, hanno capito quale fosse il libro necessario e quale quello che finisce con l'ultima pagina. Dobbiamo essere un supporto per i nostri figli, proporre, dare loro gli strumenti di conoscenza utili alla loro crescita e sapere che sono sempre molto diversi da noi, per fortuna.

Sei un'illustratrice e autrice coraggiosa. Figlia di un neuropsichiatra e di una pedagogista, tu stessa Arteterapeuta, sei Volontaria in ospedale e alcune tue storie sono portate in ospedale, tra i bambini. “L'albero era bellissimo e triste. Sognava da sempre di volare e le radici lo tenevano stretto in un abbraccio perenne con la terra (...)”.
Chi è oggi l'autore di libri per bambini? Ha secondo te una missione?

L'autore non è catalogabile, come in tutti i mestieri ci sono infinite tipologie di persone. Io sì, mi sento una missionaria nel senso che quando nasce un mio libro so che è solo l'inizio e che lo devo far crescere, un po' come si fa con i figli, portarlo in giro, portare a tante persone ciò a cui tengo. È un dovere verso chi ha creduto in me, verso l'Editore, ma è anche il movente profondo di questo mestiere, quello di diffondere e a volte gridare qualcosa a cui teniamo, e questo qualcosa deve arrivare a più persone possibile.

E tu senti di portarne avanti una?

Sì, tante, ma una trasversale: ai bambini va dato sempre il meglio, abbiamo il dovere di educarli alla bellezza e alla diversità, l'educazione all'iconografia differenziata è la prima finestra verso l'interculturalità e l'educazione alla lettura quella verso la conoscenza. Diamo ai bambini immagini stereotipe e poi ci stupiamo se crescono con la diffidenza verso le diversità, non li forniamo di libri da piccolissimi e poi ci stupiamo che non studino volentieri a scuola. Si tratta di miopia del mondo adulto e c'è molto lavoro da fare in tal senso.

I tuoi disegni sono bellissime opere d'arte, premiate e riconosciute. Il tuo stile è caratterizzato e riconoscibile, e ben diverso da quello che, nell'immaginario collettivo, si associa al “libro per bambini”: immagini leziose e spesso “semplici”, rassicuranti per genitori e insegnanti.

Ecco, giusto, per genitori e insegnanti. Si ha paura di ciò che non sappiamo spiegare e questo è molto limitante. Spaziare verso qualcosa che non conosciamo significa crescere e, a differenza di ciò che si pensa, se cresce tutta la vita, mica solo quando si è piccoli… Saper dire a un figlio o a un allievo "Non lo so" è molto importante, io che insegno e ho due figli so bene che apprendiamo più noi dei figli e degli allievi. Sento dare risposte sbrigative ai bambini che fanno domande immense e filosofiche sulla vita, sarebbe un gran bene dimostrare la nostra assenza di conoscenza, in fondo l'umanità sa che dove la scienza non ha più spiegazioni nascono la spiritualità e la creatività!



Quali sono invece i feedback dei bambini e ragazzi? Cosa fa delle tue opere un prodotto adatto a tutti?

Mi scrivono lettere commoventi, adulti e bambini, i miei lettori. Mi dicono che li ho capiti, mi ringraziano per aver creato spunti di dialogo su temi difficili, sono a volte increduli che io abbia trovato proprio le parole che li rappresentano. Per la seconda domanda be', io quando faccio un libro non penso a un target, parola che odio, penso a parlare universalmente e in modo autentico e sincero di qualcosa a cui tengo, e l'universalità del linguaggio secondo me è fondamentale.

Per venticinque anni direttore editoriale e artistico di Fatatrac, in questo ruolo hai portato avanti una “tradizione” familiare da tre generazioni. Conosci bene il mercato del libro e le sue mille sfacciettature.
Cosa fa del Libro ancora uno sconosciuto per molti? Quali potrebbero essere le strade di riappacificazione? E per i bambini? 

Il mercato del libro lo conosco ma in qualche modo non ne tengo conto quando lavoro. È semplice vendere bene un libro che ha alle spalle una serie di cartoni animati, quaderni, gadget e un editore potente che acquista le vetrine delle librerie. Ma il libro di qualità è quello che porta avanti un messaggio forte, sia per i testi che per le immagini, e può vendere anche quello, anche se i numeri sono diversi. Come in tutte le cose della vita si può scegliere se arricchirsi con il proprio lavoro da un punto di vista pratico, fare soldi, oppure da un punto di vista interiore, esprimersi e condividere messaggi e avere il giusto per vivere. Il libro non commerciale può vendere se l'autore lavora insieme all'Editore sentendosi in una via comune e non contrapposta, e per la mia storia questo è molto facile da realizzare. Si dovrebbe anche sdrammatizzare un po' la possibilità di fruire di un libro, il libro è un immenso contenitore ma è anche un oggetto, è preziosissimo e allo stesso tempo abbordabile (cosa sono 14 euro in confronto a un tablet o a uno zainetto firmato?), per cui l'unico problema è l'educazione alla bellezza, e non dobbiamo aver paura di usare i termini giusti...

Sei inoltre “paladina” delle biblioteche: hai dedicato la tua lista di nozze a favore della Biblioteca di Sarajevo distrutta dalla guerra, oltre che raccogliere fondi a favore di altre biblioteche e promuovere attività culturali all'interno di esse.
Facciamo un appello: perché c'è bisogno di luoghi come le Biblioteche?

Perché le biblioteche rappresentano l'ultimo luogo gratuito e dunque democratico di erogazione della cultura. Chi non ha la possibilità di acquistare un libro, e purtroppo di questi tempi esistono molte famiglie in questa situazione, può andare in biblioteca e lì usufruire della cultura in modo spesso accuratissimo e gratuito, è una cosa molto importante e di grande valore.

Pensi che le librerie possano colmare questa mancanza?

La libreria e la biblioteca sono due realtà diverse e ugualmente indispensabili. Una non può sostituire l'altra, diventare proprietario di un libro perché si è acquistato è una cosa bellissima e di grande soddisfazione, condividere un libro già usato, che ha i segni concreti di questa condivisione, una pagina un po' piegata, una copertina consumata, fa sentire il lettore appartenente a un gruppo e dunque più forte.


Insegnante universitaria e di corsi di illustrazione, terrai il prossimo a Roma, venerdì 23, sabato 24 e domenica 25 gennaio, presso B17 Illustrations: 
"La forma dei sogni", tre giorni dedicati all'autobiografia e alle tecniche espressive, un lavoro di auto-narrazione grafica per giungere a dare forma e colore alle esperienze, ai percorsi interiori, ai desideri.
(Info e iscrizioni 06 5830 0135)


Conoscerai ogni anno decine (centinaia?) di futuri autori e illustratori.

Sì e, a differenza di quello che si pensa, l'Italia è una fucina meravigliosa di penne e pennelli… dobbiamo saperlo e guardarci intorno.

Di cosa è fatta la valigia del bravo illustratore e/o autore per l'infanzia? E nella tua cosa c'è?

Nella mia e in quella di chi inizia ci deve essere sempre una cosa fondamentale, l'umiltà. Il nostro è un lavoro artistico, bellissimo, e dunque un continuo percorrere. Mai sentirsi arrivati da qualche parte, siamo sempre in cammino. Chi viene da me a imparare lo sento simile, lavoriamo insieme per crescere, progredire, fare scoperte continue. L'altro ingrediente importantissimo è l'impegno. Questo mestiere vuole da noi una dedizione incredibile, non ci sono domeniche o notti, ci dobbiamo dare anima e corpo e solo così possiamo raggiungere un buon risultato professionale. 


E ora... ti va di giocare con noi?

CERTO!!!

Questo è il gioco di LIA, per darci e darti il benvenuto!

Il primo libro che ricordi...
Un libro meraviglioso che mi leggeva la mia mamma, era una Biancaneve che non ho mai più ritrovato, illustrazioni bellissime, su fondo scuro, accuratissime un po' come quadri fiamminghi. In quei boschi di sfondo potevi specchiarti e incontrare le tue grandi paure, in quella neve dipinta in modo impeccabile sentire il freddo della solitudine. Indelebile nella mia memoria.

Ultimo libro letto
Tutti i gialli di Kamila Lackberg

Incendio! Scegli un oggetto e un libro da salvare.
Gli oggetti e i libri sono dentro di noi… gatta, figli e marito, a questo penserei!

Il personaggio letterario che più ti somiglia
Non lo so… sono così tanti… ma mi sono molto riconosciuta in Anna, la protagonista de "Il paradiso di Anna" di Stian Hole, anche se per fortuna la mia storia è molto diversa dalla sua. Ma la capacità di sognare e di vedere forme laddove c'è il dolore astratto, di immaginare scene laddove non ci sono parole, ecco, in questo mi sono riconosciuta con lei.

Un autore con cui andresti a prendere un caffè, uno con cui andare in vacanza e uno da sposare.
Andrei a prendere un caffè con molti autori, ne conosco tanti e sono spesso persone meravigliose. Ma forse prenderei un caffè con Mario Mariotti, amico perduto prematuramente scomparso anni fa, perché mi manca proprio. Non andrei mai in vacanza con un autore perché sicuramente non sarebbe una vacanza. E sposare sposerei solo mio marito, che è un biologo.

Miglior libro da regalare a chi ami
Il mio ultimo libro per Kalandraka, "Cari estinti" a mio marito che si occupa di ambiente. Infatti l'ho dedicato a lui.

Entra in un libro e cambia il finale. Dove sei e cosa è successo?
Cappuccetto rosso. Il cacciatore l'ho fatto fuori, il lupo è vivo e io, Cappuccetto, me lo porto in centro a Firenze con la pettorina e la paletta per raccogliere i suoi bisogni.


"Cappuccetto e il Lupo", acrilico su tela 

Il libro che meno ti è piaciuto e quello che hai odiato
Impossibile, se un libro non mi piace smetto subito di leggerlo. Ho letto in anticipo i grandi libri obbligatori al liceo, durante l'estate, e li ho amati profondamente proprio perché non sono stata obbligata… come ad esempio "I promessi sposi".

Sei il Ministro della pubblica Istruzione: scegli un libro per ogni fascia di età (materna, elementare, medie e liceo) da introdurre nei programmi
Impossibile: non potrei essere il Ministro della pubblica istruzione perché stare nelle istituzioni con le regole di oggi per me è troppo difficile. Impossibile perché mi rifiuto di dare a libri che amo fasce d'età… anzi, detto meglio, i libri che amo non hanno fascia d'età. Impossibile perché sono contraria ad obbligare i ragazzi a leggere, devono trovare loro il gusto di farlo quando arriva il momento, che per ognuno è diverso.

A spasso nel tempo: quale libro vorresti aver scritto e/o illustrato?
Il mio prossimo libro, sempre. Ma se torno alla memoria "La valle dell'Eden" di John Steinbeck e "Delitto e castigo" di Fedor Dostoevskij

3 libri per bambini da lasciare alle future generazioni
"L'anatra la morte e il tulipano" di Wolf Erlbruch perché ci si ricordi che della morte dobbiamo sempre saper parlare, "Nel paese dei mostri selvaggi" di Maurice Sendak perché ci si convinca che il tempo conta fino a un certo punto e perché no, il mio "Cari estinti", che ho scritto e illustrato proprio per le future generazioni, affinché gli animali possano riconquistare i propri diritti.

Consigliaci 3 libri assolutamente da non perdere
"I cinque malfatti" di Beatrice Alemagna, "L'estate di Garmann" di Stian Hole, "Senzaparole" di Roger Olmos.


Arianna, Grazie di cuore. Ci hai aperto le porte come si fa con gli amici.
E ci hai permesso di conoscerti. 
Buon lavoro e ...raccontaci altre storie.

Valeria

3 commenti:

  1. Brava Valeria e stupenda Arianna Papini. I suoi libri sono meravigliosi e lei ancora di più.

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    1. Grazi Teuta! Lei è stata Dolcissima e gentilissima!

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