Emozioni a Verona (terza parte): il racconto di Eva

E dopo il mio, che potete leggere qui;
e quello di Olga, che trovate qui...
ora potete leggere il racconto "emozionante" di Eva! 

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Emozioni?!

Come si fa a parlarne?!


È un tema troppo vasto! troppo complicato! troppo stucchevole! Parliamo piuttosto di gestione delle emozioni, magari con un bel libro di Anna Marcoli: un manuale per educatori, e morta lì.

Insomma, questa storia delle emozioni mi metteva a disagio. Forse perché le emozioni stesse mi mettono a disagio: mi travolgono, mi fanno perdere il controllo, non mi fanno dormire.... Avevo anche scritto una favola dove i personaggi hanno una manopola sulla pancia, per regolare l'intensità di quello che provano. Manca ancora il finale.




Poi... poco a poco, ho fatto pace con questa parola. Mi sono resa conto che i miei adorati libri di poesia sono nati per catturare le emozioni, anche le più rarefatte e impalpabili. E che ci sono cose che non ammetterei mai di provare, ma che - per fortuna! - provano per me i personaggi dei libri.

Dopo un mese di "ribollire", la serata al Melograno è stata una sorpresa, una dolce emozione (ecco, divento stucchevole anch'io!):
saranno state le torte? Sarà stato imbattermi, appena entrata, in un quadro meraviglioso e misterioso di Julie Bolton che conoscevo solo in foto? O forse è merito del tappetone che chiamava capriole?

Sia quel che sia, avrei voluto catturare tutti i discorsi con un retino. Eravamo quasi tutte sconosciute, ma con rispetto, allegria e passione, è nato un dialogo su centomila cose. Centomila, giuro! Per esempio...




I libri "difficili": le mamme (questi organismi geneticamente modificati!) hanno la tentazione di proteggere i propri cuccioli da tutto: la morte, il dolore, l'Olocausto?? Per carità! I nostri cuccioli sono troppo piccoli, si spaventerebbero, non capirebbero... e ci dimentichiamo che i nostri cuccioli hanno a che fare ogni giorno con emozioni "toste": le mamme che sgridano, i coetanei che escludono, la rabbia di sentirsi impotenti.

Mi porto a casa un suggerimento: non ha senso aspettare l'occasione giusta per leggere un libro "difficile". L'occasione giusta sarà, purtroppo, un'occasione dolorosa.

Abbiamo detto mamme che urlano? Eh... inutile fingere che non succeda. E inutile farsi schiacciare dal senso di colpa. Che fatica però parlarne! Ho paura che temi come "mamma cattiva" o "senso di colpa" non vincerebbero mai. Per non parlare dei papà che urlano: quello è proprio un tabù.

(Che dite di un incontro sui "tabù"? Ne uscirebbero delle belle!).

Lettura o teatro? Abbiamo parlato di come e quanto teatralizzare i testi. Va bene, non va bene... alla fine concludiamo che ai bambini non interessa il come e il quanto: a loro interessa la storia!! E noi adulti possiamo continuare a vaneggiare su qualcos'altro...



Paure e strategie di difesa: puoi imparare a sconfiggere un lupo, trasformandoti in un lupo. Puoi scoprire il gusto di metterti una maschera e spaventare gli altri... ma che fare se poi resti lupo anche tu? È incredibile come un libro per bambini ("La maschera") possa andare così in profondità. In confronto a tanta grandezza, mi sono sentita piccola piccola...



Un altro libro speciale: "Questo posso farlo". C'è questa nidiata di uccellini che impara a volare, a nuotare, ad arrampicarsi. Ma uno di loro non ce la fa: lui no, lui no, lui no. Mentre Laura leggeva, nel silenzio della notte, avevo quasi paura. "Ma poi finisce bene, vero?" le ho chiesto. (Sì, finisce bene).



Vorrei vedere questo libriccino in tutti gli asili, in tutte le scuole, in tutti i luoghi dove i bambini fanno gruppo. E naturalmente nella mia libreria, per me e le mie cucciole.

Ed eccoci a fine viaggio. Tu chiamale, se vuoi, emozioni... ma nel nostro incontro LIA di ieri sera c'è entrato davvero tutto il mondo :-)

Eva

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