Illustratori verdi: Fabio Santomauro

Fabio Santomauro, in arte "Fabbio" è un illustratore e animatore romano, con all'attivo diversi libri pubblicati soprattutto il Gran Bretagna e negli Stati Uniti.


Ha cominciato a disegnare da bambino, e una volta diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia in Cinema d'animazione, si è buttato a capofitto nel mondo del disegno e dell'illustrazione.
Il suo ultimo lavoro è "The Whispering Town" tradotto in Italia con il titolo "La città che sussurrò" edito da Giuntina Editore, ha avuto ottime critiche, tra cui una recensione sul «New York Times»! Non male per un poco più che trentenne in questo mondo. 


Lo abbiamo incontrato e abbiamo chiacchierato con lui! 

Ci racconti un po' come ti è venuta voglia di diventare illustratore? La tua bella mamma (abbiamo parlato anche con lei!) mi raccontava che hai sempre disegnato conserva le tue strisce delle elementari!
La mamma ha sempre ragione! 
È tutto vero, disegno da quando sono piccolo, e a dirla tutta passavo più tempo
a disegnare fumetti sul quaderno che ad ascoltare quello che diceva la maestra. 
Lei (la maestra) non ci rimaneva male perché per fortuna le piacevano
i miei disegni. Sarebbe bello se potessi mandargliene uno con dedica.
Volevo diventare un illustratore per raccontare con il disegno piuttosto
che con la voce delle storie. Meglio se buffe.

Quale percorso hai affrontato? 
Ho affrontato un percorso abbastanza classico per chi disegna. Una scuola di fumetti che frequentavo durante il liceo, il classico sbandamento post-liceo del tipo "eadessochefaccio?", un po' di sana gavetta in giro per le fiere di fumetti e il completamento al Centro Sperimentale dipartimento di Cinema d'animazione. 
Quello dove ti insegnano a fare i cartoni animati. A Torino. Per tre anni.
Nelle fiere ho imparato a comunicare con la gente, avevo un piccolo stand e facevo disegni su richiesta. 
Con il Centro Sperimentale ho imparato una professione e a lavorare con precisione e puntualità.



Da bambino ti leggevano libri? Eri un lettore appassionato?
Mi leggevano libri, ma non ricordo bene quali. Immagino i grandi classici dell'infanzia. 
Il libro a cui tenevo di più era il "Giornalino di Gianburrasca" di Vamba. 
Mi piaceva da impazzire la copertina verde piena di parole e lo rileggevo appena mi ricapitava sottomano.

Cosa non dovrebbe mai mancare nella libreria di un bambino?
E di un adulto amante dei libri per l'infanzia?
Nella libreria di un bambino non dovrebbero mai mancare i libri di Roald Dahl, quelli illustrati da Blake.
Mi ritengo quasi adulto e nella mia libreria ci si trovano tanti bei libri per l'infanzia e tanti fumetti. 
Due autori? Arsenault e Bertrand, mi vengono in mente loro due.



Quali sono i tuoi grandi ispiratori ora come illustratore? Chi sono i tuoi preferiti e perché?
Ho alcuni autori che mi piacciono molto e mi fanno sognare per come disegnano.
Isabelle Arsenault, Fredrique Bertrand, Gipi, Dominique Goblet.
Ho notato che mi piacciono molte illustratrici di lingua francese. Non so se è un caso, ma forse è per quelle sensibilità puramente femminile che ritrovo nelle loro illustrazioni. 
Per Gipi è diverso, ho una sana invidia per il suo talento cristallino.

Di cosa è fatta la tua valigia dell'illustratore? Quali qualità personali ti hanno portato dove sei arrivato?
La mia valigia è piena di fantasia e di pensieri positivi. Sono creativo, divertente, istintivo. 
Ma nella valigia porto anche tanta pigrizia. Vedremo fra qualche anno dove mi porterà questo mix "letale".


Hai lavorato ad un bellissimo progetto: hai illustrato le sale pediatriche del Gemelli, un lavoro che viene definito di Umanizzazione.
Ci racconti come è nato il progetto? Come ti sei preparato stilisticamente e come hai scelto i soggetti? Come hanno accolto i bambini i tuoi lavori?
Il progetto di illustrare alcuni reparti pediatrici del Gemelli è nato casualmente, e come tutte le cose nate per caso 
si è rivelato una fantastica occasione per farsi conoscere e per creare realmente qualcosa di utile per i bambini.
Per quanto riguarda lo stile e i soggetti sono stato lasciato libero di creare, e solo nel reparto di Oncologia,
il reparto più delicato che mi è capitato di illustrare, ci siamo confrontati con psicologi e professori per arrivare ad un pensiero comune. Il viaggio e il senso di spazio aperto erano le cose che volevamo comunicare ai bambini, con una particolare
attenzione alla palette dei colori, vivaci ed allegri.




Nel tuo libro presentato domenica* affronti un tema incredibilmente difficile. Anche in questo caso la realizzazione ha avuto una preparazione e scelta stilistica?
Di comune accordo con l'editore abbiamo deciso di usare una palette di pochi colori che non fossero troppo accesi.
Dovevamo trasmettere un'atmosfera cupa senza usare troppi neri o grigi. Il tema era delicato, e anche i colori 
dovevano accompagnare il tutto senza esagerare.


Con Carla che legge La città che sussurrò
Ci racconti quante e quali soddisfazioni stai ricevendo da questa pubblicazione?
Il libro già dall'edizione americana era andato molto bene, vincendo anche alcuni premi.
Qui in Italia mi sono divertito tantissimo durante le presentazioni perché mi piace da matti interagire con i bambini
e il libro sta andando bene per il suo modo non troppo pesante di introdurre ai piccoli lettori il tema dell'Olocausto.



Nuovi libri in cantiere? Ti piacerebbe illustrare graphic novel o altri generi oltre ad albi illustrati? Progetti e sogni in questo senso?
Tanti progetti in cantiere. Continuo a collaborare con varie case editrici americane e inglesi, e nel frattempo cerco 
sempre di evolvere dal punto di vista stilistico. Ho un background di stampo fumettistico e mi piacerebbe avvicinarmi
di più all'illustrazione tradizionale cercando però un modo nuovo di comunicare fondendo tra loro i due generi. 
Per i progetti più personali c'è sempre tempo ma soprattutto bisogna avere qualcosa di forte da raccontare.

Butta una monetina nel pozzo dei desideri. Puoi illustrare un libro a tua scelta tra tutte le storie scritte. Rilvelaci quale!
Un'altra moneta: puoi scegliere di collaborare con chi vuoi nell'Olimpo di illustratori e autori (anche non più vivi! ). Chi è il tuo partner?Illustrerei molto volentieri un bel libro divertente con tanti mostriciattoli e strani animaletti, una storia alla Paranorman.
Se potessi collaborare con qualche illustratore, probabilmente sceglierei Quentin Blake per carpire i segreti del suo tratto,
e sicuramente farei una bella chiacchierata con Schulz per rubare solo un pizzico del suo senso dell'umorismo.

Fatti un augurio per la tua carriera per i prossimi 15 anni!
Lavorare con quello che mi piace, chiedo troppo? 

Noi di LIA proponiamo un gioco, brevi e veloci domande a cui rispondere fatte a voi illustratori, autori e librai. Giochi con noi?

1. Il primo libro che ricordi

Il Giornalino di Gian Burrasca

2. Ultimo libro letto

L'invasione degli Space Invaders - Martin Amis

3. Incendio! Scegli un oggetto e un libro da salvare.

Salvo carta e penna e "Maus" di Spiegelman

4. Il personaggio letterario che più ti somiglia

Il Piccolo principe. O forse la volpe.

5.Un autore con cui andresti a prendere un caffè, uno con cui andare in vacanza e uno da sposare
Un caffè con Gipi, in vacanza con Bukowski e per il matrimonio c'è tempo :) 

6.Miglior libro da regalare a chi ami
L'amante di Marguerite Duras 

7.Entra in un libro e cambia il finale. Dove sei e cosa è successo?
Entro nel mondo dei Peanuts e faccio incontrare Charlie Brown con la ragazzina con i capelli rossi.

8. Il libro che meno ti è piaciuto e quello che hai odiato
Non mi sono mai piaciuti i testi classici, di quelli che si leggono a scuola. Ne ho odiati tanti ma anche rivalutati tanti. 

9. Sei il Ministro della pubblica Istruzione: scegli un libro per ogni fascia di età (materna, elementare, medie e liceo) da introdurre nei programmi
Non saprei indicarne per tutte le fasce d'età, ma introdurrei dei graphic novel come Maus o Cronache Birmane

10. A spasso nel tempo: quale libro vorresti aver scritto e/o illustrato?
Avrei voluto inventare, scrivere o disegnare un personaggio come Hellboy di Mignola. Strepitoso.

11. 3 libri per bambini da lasciare alle future generazioni
Un libro di Richard Scarry, uno di Dahl con le illustrazioni di Blake e un bel libro della Bertrand.

12. Consigliaci 3 libri assolutamente da non perdere
Il mio "La città che sussurrò", "Maus" e un libro a scelta di Guy Delisle.


Grazie Mille Fabio  (ah già!  Perché Fabbio con due B??)

Fabio con due B perché mia nonna sbagliava sempre a scrivere il mio nome sui biglietti d'auguri.

Mi divertiva sempre e l'ho adottato come nome d'arte :)


con Valeria e Alessandra il giorno della presentazione in libreria





Valeria 

* il libro è stato presentato a fine gennaio

Fabio Santomauro è finalista al Premio Andersen proprio con "La Città che Sussurrò" Ed. Giuntina. 

Nessun commento:

Posta un commento